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Associazione di Volontariato |
Le vite normali nel mondo dei non vedenti
di Marisa Melis
QUOTIDIANO SARDEGNA DEL 7 MAGGIO 2013
Solita comparsata alla televisione nazionale sui “falsi invalidi”.
Certamente da condannare questa falsa cieca, insieme a chi l’ha certificata invalida.
Non capisco invece quando nel servizio il cieco viene dipinto come un alieno. E mi spiego meglio.
Veniva descritta la persona evidenziando con disappunto che indossava i tacchi a spillo e andava a ballare.
Ora mi domando, se pur una persona cieca non possa indossare i tacchi a spillo, la femminilità in certe persone è innata. Poi anche noi vedenti indossando tali tacchi possiamo avere un’andatura più o meno oscillante, non siamo modelle.
Andare a ballare è recluso ai non vedenti?
Dovrebbe essere superata da un pezzo la mentalità delle persone con disabilità recluse in casa, non scolarizzate e isolate da ogni contesto sociale, aspettando tristemente la fine dei loro giorni.
I mezzi d’informazione devono essere tali, devono spaziare anche con l’aggiornamento.
Oggi abbiamo i non vedenti che fanno immersioni subacquee con gli istruttore per “esplorare” e “conoscere” il mondo marino.
Ragazzi che giocano a baseball. Proprio a baseball, abbiamo la nostra squadra sarda i Tigers che giocano nella San Paolo, bello e interessante da vedere una partita dove usano una palla che ha una campanellina.
Conosco persone non vedenti che fanno dei bellissimi lavori a maglia e all’uncinetto, persone che girano il mondo per nutrirsi di cultura, l’arte può essere “vista” anche toccandola, immaginandola con prospettive che noi non possiamo conoscere, l’animo può immergersi in qualsiasi bellezza della natura.
Conosco persone non vedenti accompagnati sempre da istruttori, che fanno passeggiate a cavallo, si insegna al cavaliere ad usare le gambe e le redini perché il cavallo quei comandi conosce e segue.
Bisogna mettere le persone alla prova, dando l’opportunità e insegnando certe strategie perché “vedano” in modo diverso il mondo che li circonda.
Il braille è stato inventato perché possano leggere, peccato che tanti ancora debbano avere problemi perché certi testi non sono tradotti in braille, tante persone ipovedenti non possono “entrare” in certi siti su internet perché non usano “letture” adatte a loro.
L’informazione su certi argomenti delicati deve essere data, giustamente il reato c’è tutto, ma senza enfatizzare e condannare espressioni di una “normale” vita.
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